I tempi cambi e le mode si evolvono, si trasformano, coinvolgono e si indirizzano anche in spazi del tutto nuovi, come ad esempio l’universo inesplorato della condivisione della casa per mangiare. Il fenomeno del social eating, è in effetti esploso anche nel nostro Paese.
Una tendenza non del tutto inaspettata, anche perché è già più che attiva in molti paesi. Il social eating potrebbe anche rientrare, senza alcun tipo di problema, in quello che oggi viene definito la sharing culture, una evoluzione di una filosofia di vita che ha visto, in tempi recenti, l’abitudine di condividere automobili, case, e che oggigiorno è approdata alla tavola.
Il concetto di condividere, è pertanto, l’anello di congiunzione, il tema di una progressiva e dinamica evoluzione di un qualcosa che era fondamentalmente molto privato. Si è abbattuta attraverso il social eating quella che era una sorta di protezione della propria casa anche per il mangiare, per riunire alla propria tavola persone completamente non note.
Non per nulla il social eating è la congiunzione come pure la sommatoria tra chi propone un pranzo oppure una cena, e persone che si riuniscono per degustarla. L’elemento nuovo è che nessuno fra loro si conosce. Non sarà un evento innovativo, visto che in mezzo mondo oramai è divenuto di massa, ma per l’Italia rappresenta una novità conosciuta da non molto tempo e che sta divenendo una realtà ben impiantata e organizzata.
Su internet, un po’ come funghi, è esplosa anche tutta una serie di siti che si occupano esclusivamente di questo. Siti, blog che rappresentano una sorta di approdo tra coloro i quali vogliono fare i cuochi e coloro che vogliono mangiare del buon cibo in maniera diversa da quella consueta.
Quindi, il social eating raffigura una nuova poliedrica fantasia, un orizzonte dai colori che si stanno definendo sempre più, all’interno di un alveo che pone la convivialità e la condivisione come nuovo credo.